Famiglia
Giovanna Botteri ricorda lamica la sua colpa? Essere brava
"Ilaria e io eravamo entusiaste del nostro lavoro" ricorda la giornalista del Tg3, vincitrice lanno scorso del premio dedicato alla collega.
di Redazione

“Terribile”, Giovanna Botteri lo ripete spesso mentre ricorda i suoi amici Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. “Terribile”, è il modo in cui ha saputo della notizia, “terribile” è stato il viaggio di ritorno dai Balcani per partecipare ai funerali di Ilaria e Miran, “terribili” sono i punti interrogativi che suscita la morte di una collega, “terribile”, infine, è la frase di Luciana, la mamma di Ilaria: “Nessun genitore dovrebbe sopravvivere a un figlio. È innaturale, è spaventoso, terribile”. Terribile come l?angoscia di un padre iracheno alla ricerca dei due figli feriti da un?esplosione nel cuore di Bagdad, da un ospedale all?altro. Prima di ritrovare uno morto e l?altro, per fortuna, vivo. Tutto raccontato nei 4 minuti di un servizio, che sono valsi alla Botteri il premio Ilaria Alpi 2003.
Vita: Che rapporto aveva con Ilaria e Miran?
Giovanna Botteri: Con Miran ci conosciamo, o forse dovrei dire conoscevamo?, dai tempi dell?università a Trieste. Allora faceva il fotografo, poi è diventato il mio operatore nei Balcani. Ilaria invece l?ho conosciuta nel 1992, nella redazione esteri del Tg3. Eravamo le ragazzette del gruppo, testa bassa e tanto lavoro: il nostro compito era quello di montare i pezzi degli inviati ?veri?. Eravamo la manovalanza. Inevitabile che stringessimo delle alleanze. Si parlava di tutto: il suo sogno era di aprire un bar al Cairo.
Vita: Finché siete partite anche voi: inviate ?vere?, di guerra.
Botteri: Lei in Somalia, io nei Balcani. Due guerre schifose, difficili e rischiose da seguire. Ma per noi era la grande occasione.
Vita: Come ha saputo della loro morte?
Botteri: Fu terribile. Solo un mese prima, a Mostar, erano stati uccisi tre colleghi di Miran uno dei quali, Marco Lucchetta, era in classe con me al liceo. Dopo i funerali, io e Miran ci mettiamo in auto per raggiungere Sarajevo: “Andiamo, non ci succederà niente”. Durante il viaggio pensavamo al calcolo delle probabilità. Cose stupide che si dicono in quei momenti. In una notte, eccoci in Bosnia. Erano i giorni della strage del mercato: 80 morti. L?operatore è quello che si avvicina di più al sangue. Miran non ne poteva più. Stava preparando il viaggio in Somalia, “finalmente vado a sud, stacco la spina”, diceva.
Vita: Poi cosa è accaduto?
Botteri: Io e Miran rientriamo in Italia. Dopo pochi giorni, io riparto per i Balcani, Ilaria e Miran per Mogadiscio. Per due settimane rimango in Bosnia senza poter comunicare con la redazione. Il 20 marzo chiamo, e un collega mi dice: “Hai saputo di Ilaria? È morta”, e Miran? “Anche lui”. Irreale. Chiamo a casa, risponde mia figlia: “All?asilo mi hanno chiesto se l?inviata del Tg3 uccisa in Somalia era la mia mamma”. In quel momento è come se avessero sparato a me. Dovevo tornare. Allora non c?erano voli diretti dalla Bosnia, trovai una macchina e attraversai i Balcani di notte, fuori di me, senza riuscire a smettere di piangere. Fu terribile.
Vita: Il rischio della vita non fa parte della vostra professione di inviati di guerra?
Botteri: Io l?ho interiorizzato solo dopo la tragedia di Ilaria e Miran. Allora non avevamo l?esperienza per comprendere quello che stava succedendo intorno a noi. Eravamo entusiaste del lavoro che facevamo. Ci eravamo perfino ripromesse di farci un tatuaggio uguale, una volta tornate a casa. No, non eravamo preparate a morire.
Vita: Ha senso rischiare la vita?
Botteri: Non lo so, non voglio pensarci. Noi calpestiamo un territorio di frontiera. Il confine fra la vita e la morte è invisibile. Te ne rendi conto solo quando l?hai superato.
Vita: A dieci anni di distanza le responsabilità delle morti di Ilaria e Miran sono ancora da attribuire. Pensa che si arriverà alla verità?
Botteri: Non posso che essere ottimista. Credo ciecamente nella battaglia dei genitori di Ilaria. Anche se ormai è in gioco solo il giudizio politico su questo Paese. Null?altro.
Vita: I signori Alpi e la vedova Hrovatin hanno avuto reazioni opposte: i primi da anni gridano il loro bisogno di verità, Patrizia Hrovatin non si è esposta. Come si spiega?
Botteri: La risposta sta nell?ordine delle cose. I genitori di Ilaria hanno perso l?unica figlia; Patrizia, la moglie di Miran, si è trovata sola con un ragazzino, Ian, da crescere. Da allora questa è stata la sua unica missione.
Vita: L?anno scorso lei era in Iraq. Alcuni suoi colleghi hanno scelto di intrupparsi nelle fila americane. Cosa ne pensa?
Botteri: I cronisti embedded ci sono sempre stati. Io di certo non avrei firmato un accordo di sei pagine con scritto tutto quello che non potevo mandare in onda.
Vita: E Ilaria come si sarebbe comportata?
Botteri: Lei voleva vedere. Era andata fino a Bosaso per trovare le prove di quello che stava cercando. E se vai fino a Bosaso certamente non firmi accordi.
Info:
Un premio ambito per gli eredi di Ilaria
Il giornalismo d?inchiesta, in particolare quello televisivo, va sostenuto anche attraverso un giusto riconoscimento a chi si impegna nello stesso lavoro per il quale ha perso la vita Ilaria Alpi. È quello che pensano gli organizzatori del Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi di Riccione, arrivato ormai alla decima edizione. Quest?anno la manifestazione punta sulle produzioni dei giornalisti indipendenti e sull?Europa attraverso due nuove sezioni: un Premio Produzione dedicato ai reportage inediti, e un Premio Europa riservato ai giornalisti e alle redazioni delle emittenti europee. A fianco delle sezioni ?storiche? torna poi quest?anno il Premio biennale per le Scuole di giornalismo, riservato agli iscritti delle dodici scuole di giornalismo italiane.
Il concorso è promosso dalla Regione Emilia Romagna, dal Comune di Riccione e dalla Provincia di Rimini e organizzato dall?Associazione culturale riccionese Comunità aperta. La premiazione per questa edizione si svolgerà a Riccione dal 2 al 5 giugno 2004. A sostenere la manifestazione ci sono anche l’Ordine dei giornalisti e i sindacati Fnsi e Usigrai. Solidarietà, nonviolenza e giustizia le tematiche sociali su cui devono concentrarsi i servizi televisivi d?inchiesta che vogliono concorrere al Premio. Il termine ultimo per partecipare è il 24 aprile 2004.
Il bando si può trovare sul sito: www.ilariaalpi.it
Premio Ilaria Alpi, Villa Lodi Fè
via Delle Magnolie, 2 – 47838 Riccione (RN) – tel.0541.691640
Benvenuti a Riccione
comap
Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?
Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it